
Ciao bimbi! Nonno Tritolo continua serenamente la sua latitanza e vi manda tanti saluti. Sta approfittando di questo periodo per fare pace col passato e seppellire vecchi rancori. Dice però che a Pino Sarchione, detto “Ricchia di Puorc”, invece lo vuole proprio seppellire, che a lui non ci perdona niente. A proposito di seppellire: Nonno vi manda questa favola, sperando che vi piaccia.
C’era una volta un gatto che adorava scavare profonde buche per seppellirci dentro animali morti.
Aveva iniziato da gattino, imitando il cane, a nascondere sotto terra piccoli insetti catturati nel prato.
Virginia, la sua bella padroncina, per quanto un gatto possa avere un padrone, lo guardava estasiata e curiosa, con le sue lunghe trecce bionde e l’abitino a quadri bianchi e rosa.
Erano per lo più mosche o scarafaggi, poi crescendo aveva iniziato a tumulare calabroni, cavallette, lombrichi, bruchi. Più cresceva più aumentava la taglia degli animali che seppelliva e, di conseguenza, anche la dimensione della buca che scavava.
Virginia era sempre più curiosa, si avvicinava alla buca e lo osservava attentamente. Pareva avesse una domanda da fare, ma la bimba, intimidita, taceva.
Passava il tempo, il gatto seppelliva ora topini di campagna, poi topi di fogna, pantegane dei fossi, lontre. Una volta seppellì il cane pechinese della Vedova Grisoni.
Venne il giorno che Virginia vinse la timidezza e, arrivata a passi decisi vicino al gatto, gli fece la fatidica domanda: “Gattino, perché seppellisci tutti questi animali?”
Il gatto nemmeno si girò, continuando a scavare per seppellire il pappagallo del Ragionier Mantegazza. “Devi farti i cazzi tuoi” disse alla fine “altrimenti un giorno o l’altro sotterro pure te”.
Diciamo la verità: il cane pechinese della Vedova Grisoni rompeva gli zebedei 24/7
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Credo proprio di sì
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