Chi si suppone che sia

Sono quello con gli occhiali

Sono stato un bravo bambino, piuttosto tonto, decisamente ingenuo. Discreto negli studi, ma troppo discontinuo per poter eccellere veramente.

Ecco: se c’è un aggettivo che non mi rappresenta è proprio eccellente.

Mi sono barcamenato all’università, ho conseguito una laurea in chimica industriale e poi mi sono lanciato nel mondo del lavoro. Mi è andata bene, ho fatto pure carriera, ma lo sappiamo tutti: non conta un cazzo. Le cose importanti sono altre.

Ciò detto, cosa altro raccontarti di me?

Sono un cinquantenne che si pronostica non più di altri venti anni di vita e quindi un massimo di altri cinque-sei libri scritti e non più altri trecento libri letti.

Il tempo stringe e, per non avere rimpianti a ridosso degli ultimi rantoli, cerco di lasciare qualcosa di buono a chi resta.

Cerco di essere gentile con tutti e vedo che la gente ne rimane sorpresa. Invece di farmi piacere, questa reazione un po’ mi rattrista perché essere gentili dovrebbe essere normale. Non speciale.

Per il resto faccio un sacco di altre cose, ma non te le scrivo perché non mi piace vantarmi.

Fino a qualche tempo fa, per darmi un tono, mi presentavo così:

narcos
Sono stato un giovane ribelle.

Da piccolo ero grosso, molto timido e piuttosto imbranato.
Da grande sono ancora più grosso, ma non sono più timido e ho imparato a essere cattivo (quando serve).
Picchio raramente, ma ospedalizzo sempre.

Ho una laurea in Chimica Industriale, ma per campare faccio altro, anche se cosa faccio di preciso non è chiaro neanche a me.
Sono uno di San Gottardo, che è un quartiere di Genova, un posto che ha seppellito metà della mia generazione o l’ha vista andare in galera.
Io adoro quel posto e non scherzo. Uno di San Gottardo non scherza mai.

Scrivo racconti dal Novembre 2012 e di questo non vi chiederò scusa mai abbastanza.
Non ho ancora pubblicato niente*, tranne che sul blog, perché il mio maiale immaginario mi ha mangiato gli appunti.

Mi trovi su Twitter , Facebook , Instagram , ma molto più spesso in autostrada.

*NOTA del Marzo 2021: non è più corretto.

20 commenti

  1. Ho colto l’ironia anche se personalmente credo che non siano domande da fare a nessuno in qualsiasi quartiere viva 🙂

    Ognuno di noi sviluppa le proprie potenzialità quando meglio crede e secondo i ritmi della propria vita e delle proprie necessità. Nessuno è meglio di un altro perché ha iniziato a scrivere da tempo, che sia difronte ad una cattedra, seduto su una poltrona d’epoca o su uno sgabello dell’Ikea, anzi di solito è il contrario…

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  2. ah, ecco perché la chimica delle lettere.
    sai che è stata la mia materia preferita all’università? pensa che ancora oggi, mi commuovo di fronte la perfezione della tavola di mendeleev…

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  3. Sprecatore di tempo, riempitore di spazi, scopritore di inezie e raccontatore di silenzi … come potevo non seguire il tuo blog. Saper raccontare i silenzi …. e non riempiere i silenzi … decisamente non è la stessa cosa … saperli raccontare trovo sia meraviglioso. Quindi piacere mio di fare la tua conoscenza.

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  4. Con la mia famiglia abbiamo vissuto per 40 anni in uno dei quartieri ‘peggiori’ a Salerno; ancora oggi mio figlio che vive in Veneto si dice contento di quella esperienza che l’ha temprato

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  5. oddio mi hai fatto morire dal ridere, scusami ma questa tua presentazione è fantastica, hai una penna finissima ironica e sferzante, usata su se stessi poi….ciao e piacere di averti incontrato

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  6. …semplice e lineare. Bello ! mucho gusto Aurel, otra vez 💡

    Guarda com’è buffa la vita; prima di adesso non sono riuscito a dare un’occhiata quì, quindi io ero allo scuro + totale su di te o come ti proponevi in rete…
    Io invece, scherzando scherzando, dall’altra parte, ti davo il benvenuto con ; Ma tu sei l’orsetto, o l’altro incravattato : quale dei 2…
    Adesso che sono qui, la prima cosa che leggo è “Sono quello con gli occhiali”….. Che dici chimicoindustriale, avverti risonanza con la fisicadeiliquidi ? 😉

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    • Io penso sempre che a chi ci legge debba essere semplificata la vita.
      Non tutti, anzi quasi nessuno, ritiene ovvie cose che per noi lo sono.
      Ecco perché la specificazione.

      (Non è vero, ma è bello raccontarla così)

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