5 cose che ancora non sai sul dentifricio

Oggi diciamo grazie a alemarcotti che, con non poco coraggio, ha rotto il muro del silenzio e ci ha suggerito l’argomento della sessione odierna.

Fin dall’antichità l’essere umano ha sentito il bisogno di lavarsi i denti, solo che non sapeva come fare. Nel Paleolitico l’uomo si muoveva in gruppi e portava in mano alcune verghe, di circa un metro di lunghezza, con l’evidente scopo di lavarcisi i denti, come testimonia questo graffito nelle grotte di Saint Molaire, nei pressi di Digione.

E’ noto che presso gli etruschi era prassi mettersi a bocca aperta in riva al mare, allo scopo di sciacquare via le impurità, e che romani e greci (e molti popoli poi dopo di loro) strofinassero, con stracci o bastoncini, polveri abrasive, a base di ossa macinate, polveri di pietra o grano bruciato, sui denti.

E’ con l’avvento dello spazzolino (brevettato nella seconda metà dell’800 da Sir Paul Mac Stickar) che la società sentì il bisogno di fare un passo avanti nella scala evolutiva. In quel tempo, sopra le setole (di cinghiale) dello spazzolino si mettevano unicamente polveri (in tutto simili da quelle in uso presso i romani) che erano molto scomode da utilizzare e che macchiavano i pavimenti. Non è un caso che a trovare la soluzione sia stato Ben Thomas Freechow, piccolo piastrellista del Michigan, stanco di sentire lamentele circa la durata dei suoi laterizi.

Ben T. Freechow non fece altro che aggiungere sciroppo di menta al secchio con la pasta abrasiva, usata per sverniciare le ringhiere: era nato il primo dentifricio. Fu un successo su scala mondiale e nessuno riuscirà mai più a produrre un dentifricio così efficace a sverniciare le ringhiere.

Ora che l’argomento è stato introdotto, andiamo senza indugi alle 5 cose che ancora non sai sul dentifricio:

  1. Enrico Fermi, Premio Nobel per la Fisica nel 1938, non era solo un Eroe della Scienza, ma anche un inguaribile burlone. Nel bel mezzo del Progetto Manhattan si dilettava in continui scherzi ai colleghi, soprattutto quando maneggiavano materiale radioattivo. A causa di uno di questi scherzi (nascondere nel reattore nucleare il dentifricio di un collega) fu prodotto il primo e unico dentifricio al Protoattinio.
  2. I produttori di dentifricio, per invogliare i clienti a lavarsi i denti hanno per anni puntato sul fattore EFFICACIA, ovvero convincere il cliente che il mio dentifricio è meglio di un altro perché E’ L’UNICO CHE CONTIENE la tal sostanza o quell’altra. E’ per questo che, nel tempo, sono stati venduti dentifrici con abrasivi ultrafini, arricchiti in polvere del muro di Berlino, con microscaglie di acciaio inox, in tecnofibra di carbonio, alle nanosfere di tritolo,
  3. Il mercato non si ferma. Il cliente ormai li ha provati tutti, vuole il bianco più bianco del bianco e non gli basta più l’efficacia. Siamo entrati nell’era del dentifricio FLAVOUR. Lavarsi i denti non è più un fatto di maschia igiene personale, ma è diventata un’esperienza trendy, a tratti gourmet, fondamentalmente glamour. E allora via a tubetti a tiratura limitata al tartufo bianco di Alba, alla parmigiana di melanzane di Cannavacciuolo o alle crudité di mare di Normandia.
  4. In nessun avvistamento di UFO è mai stato coinvolto un dentifricio. Che sia come l’aglio per i vampiri?
  5. Nel 1977, alcuni ricercatori dell’Università di Tulsa (Oklahoma-USA), hanno iniziato a studiare l’effetto dell’uso del dentifricio al gusto cannella sullo scioglimento dei ghiacci polari. Non hanno ancora finito.

Anche oggi abbiamo imparato qualcosa di nuovo.

Mercoledì prossimo approfondiremo l’argomento

CANTIERI STRADALI IN CITTA’, suggerito da endorsum , che ringraziamo per l’interessante spunto.

Se anche voi avete suggerimenti sugli argomenti da trattare in “5 cose che ancora non sai su…” SCRIVETELI NEI COMMENTI!

Grazie!

Aurelio

.

.

.

Pensi che questi articoli non siano altro che Inutili Cianfrusaglie? Allora questo video fa per te.

15 commenti

Scrivi una risposta a Alessandro Gianesini Cancella risposta