Divagazioni Americane
Tira vento da Nord e, sotto l’alba rossa, striscia un materasso di nuvoloni grigi. Pare che galleggi sul lago e condanni questa mattina al freddo e alla pioggia battente. Scendo nella hall, prendo una copia del Tribune e me la metto sotto braccio, ordino un caffè nero, lo zucchero, lo spolvero di vaniglia ed esco.
A sorpresa non piove, anzi, più tira vento e più il cielo si convince a rasserenarsi. Passeggio sulla Wacker, costeggiando il fiume, e arrivo fino al centro, percorro uno zig zag sufficiente a perdermi e mi trovo nel silenzio della Rush, tra altri comodi viandanti con caffè, apparentemente senza meta. Viaggio con passo da lumaca, mi sorpassano pure due genitori con passeggino, entro al Marriott e chiedo di poter cambiare qualche euro in dollaro, ma non si può: non sono un ospite. Il cambio, mi spiegano in consiergerie, è in fondo alla via. Continuo il mio lento viaggio col caffè in mano che, a questo punto, comincia ad avere una temperatura accettabile per essere bevuto e arrivo al currency change in perfetto orario sulla mia inesistente tabella di marcia. Un cavallo con gli occhiali mi fissa, come fossi un oggetto curioso, come se la mia visione fosse troppo per la sua fantasia da equino miope. Con pochissima convinzione, adesso pioviggina.
“La fantasia e’ un posto dove ci piove dentro” dice Italo passando in bicicletta, e con la fantasia, che lentamente si bagna, percorro la facciata del palazzo della Tribune Tower, che porta incastonate pietre provenienti dai quattro angoli della Terra. San Pietro, la piramide di Giza, la Grande Muraglia cinese, la Casa Bianca e tanti altri sassi celebri fanno bella mostra di se nel pieno centro di Chicago.
Mi smarrisco nello sguardo da bambino che riaffiora in ogni adulto nell’esatto momento in cui realizza che razza di meraviglia siano questi muri. E ad ogni meraviglia corrisponde un branco di pedoni che inchioda, che scarta e va oltre. Solo chi ha un bambino dentro alza la testa, spalanca la bocca e tende l’indice, perché è a Chicago, ma c’è un pezzo di Pompei o di Colosseo davanti a lui.
Solo un bambino può stupirsi così tanto davanti a sassi qualunque sopra una targa che li definisce speciali, così come solo i bambini possono credere a Babbo Natale. Gli adulti no, loro non credono alle favole. Mi dispiace per loro, non sanno che viaggio si pèrdono.
Buonanotte.
non sapevo di questo muro! che spettacolo!
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non sei evocativo… di più 🙂
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