Genova

Genova

Ha un cuore di cento getti d’acqua curvi, alti, brillanti col sole, di piombo la sera.
Ventricoli di bronzo la lanciano verso il cielo, la raccolgono nelle viscere di pietra e cemento e la fanno girare eterna a scandire il tempo che passa, tra un filobus che scivola ed il piccolo metrò che, là sotto, sferraglia. Garibaldi a cavallo fa finta di niente, dà le spalle al teatro, ma la piazza la vede e l’ha capito benissimo di che pasta è fatta questa città.
Mentre le ultime strisce di focaccia si tuffano nei cappuccini, ìmbelinati giù per i vicoli e scendi finchè la strada ti porta in Soziglia, scappa dal brulicare di Caricamento e costeggia le vetrine di Klainguti. Svicola appena puoi alla tua sinistra, perché è lì che la vera Genova ti aspetta.
Odore di piscio, gioielli, erba, pescato del giorno, Gisela, verdura fresca, fumo, hi-tech, Samira, abbigliamento vintage, orologi, zafferano e incenso. Benvenuto nelle budella della Superba, dove si parlano tutte le lingue del mondo e dove nessuno è straniero. E’ qui che rivive la vecchia atmosfera di porto di mare, che il progresso ha lentamente allontanato dalla riva, ed è qui che ogni caruggio è un altro mondo che puoi conoscere senza bisogno di passaporto. Parlaci con le persone, salutale, guardale negli occhi. E’ vero: non sono uguali a quelle “in superficie”. Nessuna cravatta, nessuna borsa firmata, non camminano per strada con lo sguardo nello smartphone.
Sono strani, è vero. Qua nessuno ti vuole mangiare, nessuno vuole calpestarti per arrivare in cima all’albero della cuccagna.

A metà di Via della Maddalena sbatti nei Quattro canti, un altro appuntamento da non perdere: sali verso destra e assisti al miracolo. Ad ogni passo la luce si fa chiara, l’odore di umanità fa posto ai profumi costosi, sfumano le puttane e affiorano le cravatte; non è infrequente che un musico di strada accompagni il momento con la chitarra o un flauto dolce. Via Garibaldi, Palazzo Bianco e Palazzo Rosso ti accolgono trionfalmente tra i loro fasti e ti invitano a scoprire i loro tesori. Una larga via pedonale pulita e luminosa con negozi di antiquariato, gallerie d’arte e agenzie immobiliari. Sei finalmente al sicuro tra la gente per bene, con una bella posizione, un bel titolo di studio, che abita in una bella zona, io ti lascio qua, che non è zona mia.
Io riscendo verso il basso, strisciando tra i muri, verso il cunicolo di Sottoripa, a frugare tra i ghiacci del pesciaio, a comprare un anello di latta e plastica, a bere un caffè dimenticato nei vicoli, a danzare con la musica dei passi in salita, tra flutti di genti diverse in questa trappola per topi, mentre il mare prende a schiaffi i moli di questo cannone di speranze, che la tramontana trasforma in un prato di schiuma.
Il cuore della mia cara Genova, bagascia in disarmo.

 

2 commenti

  1. Mi hai ricondotto ad un inverno lontano, tra i caruggi di Genova. Hai fatto riaffiorare ricordi sopiti nel tempo … raffinato narratore di una città in cui ciascuno, come splendidamente descrivi, identificherà il luogo a lui più adatto dove far affiorare le emozioni. Grazie.

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